Come insegnare al cane a lasciare gli oggetti che ha in bocca

SE il tuo cane ti ruba oggetti e non sai come farglieli lasciare sei nel posto giusto!

Innanzitutto non tentare di strappare di bocca l'oggetto e neanche provare a rincorrere il cane, sarà solo tempo perso e peggiorerai la situazione.

LA cosa migliore è fare uno SCAMBIO. Il nostro istruttore Luca ce lo spiega in questo video

@6zampe

Come faccio a farmi lasciare un oggetto che ha in bocca il mio cane? Se hai bisogno di aiuto vieni al nostro centro 6 Zampe a Palazzolo sull'Oglio o chiamaci al 3406856717 #addestramentocani #educazionecinofila #6zampeasd

♬ suono originale - 6Zampe - Cinofili per Amore

Intervista a Simone dalla Valle

Durante l’ultimo modulo del corso istruttori con Simone dalla Valle abbiamo parlato del gioco e delle sue mille sfaccettature.Di seguito qualche chicca molto utile!
Chi è per te il cane? 
 
E’ un amico, e come tutti gli amici è un individuo a prescindere dalla specie, capace di 
regalarti emozioni, esperienze e tutto quello che è possibile vivere ed esperire all’interno di 
una relazione unica come quella che si riesce ad avere con un cane.. se si è disposti ad 
accettare e comprendere la sua biodiversità! 
 
Cosa è il gioco? e perchè è importante? 
 
Il gioco è in assoluto l’attività pratica in cui tutti dovremmo sperimentarci perchè aiuta a 
costruire davvero la relazione con il proprio cane. 
E’ un’attività fondamentale per la crescita e lo sviluppo di una personalità equilibrata e 
coerente e più in generale per il benessere di qualunque individuo. Tuttavia, pur essendo 
così importante, è poco praticata dalla maggior parte delle persone che vivono con un cane 
poichè è uno di quegli ambiti in cui sono maggiormente diffusi i luoghi comuni. (che 
riguardano i cani.) 
In qualità di proprietari tutti noi dovremmo sperimentare varie tipologie di gioco, 
abbandonando l’idea che i cani si divertano solo inseguendo una pallina o rincorrendosi. 
Il gioco è un ambito ben più ampio e variegato dove dovremmo applicarci insieme al nostro 
cane per capire cosa piace davvero a lui e a noi e scoprire cosa possiamo fare insieme per 
stare meglio. 
Ovviamente, se è vero che questa attività è fondamentale tra cane e proprietario, è 
necessario anche che si approfondisca la stessa tematica tra cani, poiché implica delle 
dinamiche che spesso è difficile interpretare correttamente.  
Mi riferisco in particolar modo ai cuccioli che spesso vengono abbandonati a loro stessi in 
area cani con l’idea che, in quanto cani, si sappiano regolare tra loro. Oppure tutti quei cani 
che vengono visti come animatori dell’area cani e spesso invece sono vessatori nei confronti 
degli altri che non riescono a trovare un modo per interrompere il loro atteggiamento. A noi 
potrebbe sembrare un gioco ma spesso è solo un comportamento che simula la predazione 
o che esprime un controllo eccessivo. Questi ed altri sono tutti atteggiamenti che, se i cani 
potessero esprimere al 100%, senza essere rinchiusi in un recinto o legati ad un guinzaglio, 
probabilmente avrebbero esiti diversi. 
 
Circa il gioco tra cani, quali possono essere degli elementi utili per capire se stanno 
veramente giocando tra di loro, o se si tratta invece di un altro tipo di interazione? 
 
L’inversione di ruoli: entrambi i cani devono essere disponibili a ricoprire i diversi ruoli previsti 
dal tipo di gioco che stanno facendo, per esempio nella corsa o nella lotta. 
Potrebbe essere un campanello di allarme se il gioco si protrae troppo nel tempo e aumenta 
il volume rispetto alla cinetica e alle vocalizzazioni. 
Tutto ciò ovviamente dovrà essere declinato in base ai soggetti coinvolti ed al contesto. 
 
Qualche consiglio su come potremmo migliorare i momenti di gioco e svago con il 
nostro cane? 
Spesso il gioco come accennavo prima, si limita solo al lancio della palla con il proprio cane 
che la rincorre, ma con la stessa potremmo proporre altre tantissime attività molto più 
 appaganti e divertenti. Per esempio potremmo proporre al nostro cane di cercarla attraverso 
l’olfatto o, addirittura, di discriminarne l’odore una volta posata in mezzo ad altre uguali. 
 
E se il mio cane non gioca? 
I cani possono giocare per tutta la vita ma non è detto che abbiano sempre voglia di farlo. 
Credo sia importante dire che bisogna sempre verificare la disponibilità del cane al gioco. In 
generale un cane quando non gioca potrebbe non averne voglia in quel momento, oppure 
aver altro per la testa o più semplicemente quello che proponiamo, convinti che sia un gioco, 
per lui potrebbe non esserlo. La sua risposta quindi potrebbe essere una chiusura tanto 
quanto faremmo noi nel caso in cui qualcuno ci proponesse un’attività che non reputiamo 
divertente e appagante.  

Intervista alla dottoressa Elena Garoni

Durante l’ultimo modulo con Ivano Vitalini abbiamo intervistato la dott.ssa Elena Garoni. Le abbiamo fatto qualche domanda sugli argomenti su cui vertevano i moduli del corso istruttori tenuti da lei. Di seguito le sue risposte alla fine come di consueto la domanda che un docente ha lasciato per lei…

 

Cosa rappresentano per te i cani? 

Dicono che spesso siano i cani a svelarci parti della nostra identità che rimangono nascoste, ma che riescono ad apparire sotto gli occhi, improvvise, e mostrarci davvero come siamo fatti. A volte sono le parti che più amiamo: quando mostrano affetto, e delicatezza e inusitata intelligenza. Più spesso quando fanno cose disdicevoli, come abbaiare a un anziano al parchetto, mordere un cucciolo maleducato, fare la cacca in mezzo al marciapiede e sterminare le galline in un pollaio. Ci mostrano cosa siamo, cosa vorremmo essere e cosa non ci permettiamo di essere.

 

Il focus nel tuo lavoro?
Cerco disperatamente di farli stare bene. L’obiettivo è solo questo: mostrare loro che possono stare meglio, che possono essere un poco più felici se fanno alcune cose, e più spesso, se non le fanno.
Si impara, negli anni, che ogni creatura ha il suo proprio status di benessere, che non è uguale per tutti, e che spesso non corrisponde al benessere della famiglia che li ospita. Se riesco a vedere questo pezzettino e riesco a mostrarlo alla famiglia, mi sto già avvicinando al miglioramento.

Le motivazioni, cosa sono? perché sono così importanti?
Se conosciamo le motivazioni di un cane sappiamo cosa desidera e di cosa ha bisogno. Indicano l’impellenza di una necessità: meravigliosa quando si riesce a metterla in pratica e dolorosa quando viene negata. Quando conosciamo le motivazioni dei cani in generale e le motivazioni di un cane in particolare, comprendiamo l’origine dei loro comportamenti, riusciamo ad accettarli e abbiamo già molte idee per diminuirne l’intensità, se rischiano di mettere in crisi l’intero sistema famigliare. Le motivazioni hanno spedito l’addestramento nella preistoria dell’era cinofila.

In uno dei moduli istruttori ci hai parlato approfonditamente delle razze, cosa vorresti raccontarci al riguardo?

Non ho mai comprato un cane di razza e siete autorizzati a chiedermene conto, se mai lo farò.
I cani di razza sono interessantissimi per la loro storia di selezione, per le loro competenze specifiche, per le morfologie eccezionali. Ma ogni volta che qualcuno compra un cane si dimentica che lo sta trattando come un oggetto, come un’aspirapolvere, come un cellulare. Le creature viventi non si comprano. Credo che tutti i cani starebbero meglio se si avviasse una severa e aspra riforma degli allevamenti. Ma facciamo noi una piccola rivoluzione: cominciamo a non comprarli.

Psicopatologie, come si può riconoscere un disagio?
In una bella definizione, la patologia è descritta come “malattia dell’adattamento”. Quando un cane non riesce ad adattarsi a un cambiamento, come una riduzione del tempo passato con il suo gruppo sociale, la perdita di un elemento della famiglia, o l’arrivo di un nuovo componente, comincia sempre con il raccontarci che sta male. Può distruggere l’appartamento, può mordere lo zio, può rifiutarsi di uscire, può scagliarsi contro tutti. La famiglia deve per prima riconoscere un disagio, e affidarsi a chi può aiutarla, primo fra tutti il Medico veterinario esperto in comportamento che si avvarrà dell’aiuto indispensabile dell’Istruttore Cinofilo.

 

Ivano vitalini ci ha lasciato una domanda per te e visto che vi conoscete bene ci ha lasciato anche il commento da farti dopo la tua risposta!!

#challengecorsoistruttori  #ildocentedomanda

Domanda per la dott.ssa Elena Garoni dal collega Ivano Vitalini

Ivano: Che lavoro faresti se non facessi quello che fai?

Elena: (Ride)

“Andrei a stirare!”

Ivano:  “Sai che non è vero”

 

Come approcciarsi ai cani e come far conoscere due cani che non si conoscono? Abbiamo parlato di questo e molto altro con con Ivano Vitalini

Anche il settimo modulo del corso istruttori organizzato da 6zampe asd è finito. Accompagnati in questi tre giorni intensi da Ivano Vitalini abbiamo deciso di proporgli una breve intervista certi che tutti possano trarre vantaggio dall’esperienza di uno degli esperti che abbiamo deciso di interpellare.

Cosa rappresentano per te i cani?

“La parte migliore di me.”

Cosa ti ha spinto a interessarti dei cani?

“Perchè lo psicologo costava troppo (ride ndr).

Non c’è una risposta razionale, ne sono sempre stato attratto.”

La cosa che ti piace fare di più con i tuoi cani?

“Adoro stare con loro liberi in ambito naturale, dove non ci sono persone.”

E invece un’esperienza che secondo te dovrebbero fare tutti almeno una volta nella vita con il proprio cane?

“Passare una notte in ambiente naturale con proprio cane.”

 

Durante le tue giornate lavorative, conoscerai e avrai conosciuto moltissimi cani,

Come ti approcci ai cani nel momento in cui fai conoscenza con loro?

“Cercando di rispettare chi sono. Mi chiedo se preferiscono che li accarezzi o meno, o preferiscono che tenga le distanze. I cani come le persone non sono tutti dei grandi compagnoni!”

 

Ti proporremmo volentieri un paio di domande che spesso ci rivolgono sul tema: “fare conoscenza”.

Come faccio a capire se posso far conoscere due cani?

Come posso far fare amicizia al mio cane con un altro?

Che consiglio daresti, Ivano?

“Un consiglio che darei è di evitare di far conoscere i cani al guinzaglio: per far questo quindi sarà necessario abituare i cani a stare liberi. Durante l’interazione bisogna restarne fuori, lasciando ai cani la tranquillità di esprimersi.

Se ci sono situazioni di screzio nel 90 % dei casi, se l’uomo non interviene, non sono mai cruente.”

Queste giornate di laboratorio sono state incentrate sulla valutazione di cani che vivono in canile e che stanno aspettando una nuova famiglia. Abbiamo anche discusso le eventuali proposte di lavoro per aiutare chi si occupa di loro ad aumentare il loro indice di adottabilità. Conoscendo meglio i cani è più semplice trovare una famiglia adeguata o, viceversa, trovare un cane compatibile con le abitudini di una famiglia. A tal proposito:

 

Quale è per te il ruolo del canile?

“Vorrei che fosse un luogo di transito, ma purtroppo non sempre è così.

Spesso vi rimangono troppo a lungo. Per questi soggetti “lungodegenti” credo sia importante che abbiano un ruolo all’interno del canile per migliorare la loro permanenza.

Nei canili c’è una grande possibilità, spesso sottovalutata: trovare cani eccellenti per ambiti di qualsiasi tipo, sociali, affettivi, sportivi. L’importante è chiedere la consulenza di un professionista non dopo la scelta, ma PER la scelta del cane che vorremmo adottare.”

 

Per concludere, durante la chiacchierata che abbiamo fatto a settembre con Cinzia Stefanini, ti poniamo la domanda che le abbiamo chiesto di lasciare ad un altro docente del corso:

cinzia stefanini#ildocentedomanda #challengecorsoistruttori

Cinzia Stefanini: Quale emozione pensi di evocare nei tuoi cani durante il gioco e quale loro suscitano in te?

“E’ troppo complicata quella ragazza! (ride ndr)

Comunque ..non capita spesso, ma quando gioco con i miei cani corriamo molto ed è spesso un gioco fisico!

Che emozioni mi suscitano? Fammi pensare .. diciamo che in quei momenti provo serenità e libertà.”

Emozioni e contatto, ne parliamo con Cinzia Stefanini

Un altro modulo istruttori è finito, e la particolarità di questo corso è il dialogo incessante, i molteplici punti di vista e la qualità e quantità di informazioni che circolano.

Abbiamo la fortuna di assistere a lezioni di docenti che in modo generoso e puntuale condividono con noi, istruttori in formazione, le loro esperienze. Abbiamo pensato quindi di intervistarli chiedendo qualche piccola curiosità per condividerle con tutti.

Ecco quindi la chiacchierata con Cinzia Stefanini.

 

cinzia stefanini cani 6zampe

Ciao Cinzia, iniziamo con una domanda generica, se ti diciamo cane cosa ti viene in mente?

 

Famiglia.

 

Sono nata e cresciuta circondata da animali, quindi per me la famiglia è multispecie e non posso pensarla diversamente, soprattutto senza cani.

Il cane per me è un essere con pari dignità e diritti e mi rapporto con lui come con qualsiasi altro essere vivente.

Mi relaziono con lui quindi in modo paritario, per me è importante che lui possa esprimersi e scegliere, evidenziando  le sue preferenze.

La possibilità di espressione è ovviamente correlata sempre alla responsabilità e ad un dovere imprescindibile di tutela, sia a livello morale che etico, ma anche legale.

Per fare un esempio: il mio cane potrebbe voler rincorrere una pallina in strada, ma è mio dovere tutelare la sua incolumità e quella degli altri soggetti, orientando le sue necessità di gioco in modo più sicuro.

 

Penso anche che i cani non entrino nella nostra vita per caso.

Un antico detto indiano narra che se un animale attraversa la nostra strada c’è sempre un motivo, un significato ed è portatore di un insegnamento.

 

Quando un cane entra nella mia vita quindi, è un mio obiettivo che lui possa realizzarsi e contemporaneamente cerco di pormi in ascolto del suo messaggio.

L’animalità può rendere migliore l’umanità.

 

Uno dei temi che ci hai permesso di approfondire in queste giornate del corso istruttori è il contatto, vorremmo porti a tal proposito una domanda che spesso si legge anche sui social con varie risposte discordanti.

Quando il cane è in una situazione di paura devo toccarlo o fare finta che non esista, ignorando questa sua condizione?

 

È importante che un animale a disagio abbia un referente presente e che con un contatto gli dia sicurezza.

Stiamo parlando di un contatto non ansioso ovviamente, ma non credo sia utile far finta di niente, del resto nessuno di noi ama rimanere solo nella paura.

 

Un altro tema che abbiamo toccato sono le emozioni, quindi vorremmo chiederti:

Come riconoscere le emozioni del proprio cane?

 

I cani provano le nostre stesse emozioni ma le esprimono in modo diverso. Non possiamo fare sempre equivalenze con il loro modo di esprimere disagio, per esempio,  ed il nostro.

Nel caso in cui il cane esprimesse disagio, penso sia utile farsi accompagnare da professionisti del settore, che ci possono aiutare a interpretare meglio il comportamento del nostro amico per poi poterlo aiutare.

 

Se una persona ti chiedesse come rendere felice il suo cane?

Gli consiglierei di chiederlo al proprio cane, senza proiettare le proprie aspettative e desideri su di lui.

 

Un suggerimento pratico?

 

Passare più tempo con il proprio cane facendo delle belle esperienze nella natura e osservando le sue propensioni che non mancherà di esprimere.

 

cinzia stefanini cani 6zampe

Il cane ha consapevolezza di sè stesso?

Una nuova ricerca condotta dal department of psycology of the bernard college negli USA ha utilizzato un test olfattivo per comprendere definitavemente se i cani hanno coscienza di loro stessi.
L’esperimento conferma l’ipotesi prpoposta dal prof Roberto Cazzolla Gatti del Biological Institute of the Tomsk State University, Russia (Cazzolla Gatti, R. (2016). Self-consciousness: beyond the looking-glass and what dogs found there. Ethology Ecology & Evolution, 28(2), 232-240.).
la dottoressa Alexandra Horowitz ha utilizzato un nuovo metodo proposto dal prof Cazzolla Sniff test of self-recognition (STSR) (anticipato nel libro “Self-consciousness: beyond the looking-glass and what dogs found there”) applicandolo a 36 cani domestici accompagnati dai loro proprietari.
La conferma importante quindi ci racconta che i cani distingono l’immagine olfattiva propria dalla stessa ma modificata aggiungendo un altro odore, per esempio.
L’esperimento iniziale viene così descritto dal professore: «Ho realizzato questa ricerca – ha spiegato il prof. Cazzolla Gatti – con un test effettuato sui 4 cani, tutti randagi cresciuti in semi-libertà. Ho raccolto campioni di urina di ciascun cane e li ho divisi e conservati in contenitori relativi a ognuno di essi. Successivamente ho sottoposto gli animali allo sniff test of self-recognition. Ho ripetuto il test 4 volte durante l’anno, all’inizio di ogni stagione. Questo test non è altro che una versione modificata del test dello specchio, effettuato per verificare l’olfatto, e non la vista, come il senso principale per determinare la consapevolezza di sé».
Questo nuovo modo di condurre «Ritengo – ha dichiarato il prof. Cazzolla Gatti – che, essendo i cani molto meno sensibili agli stimoli visivi rispetto a quanto, ad esempio, lo siano gli esseri umani e molte scimmie antropomorfe, è probabile che il fallimento di questa specie e di altre nel test dello specchio sia dovuto principalmente alla modalità sensoriale scelta dallo sperimentatore per testare la consapevolezza di sé e non, per forza, all’assenza di quest’ultima».
L’esperimento del professore coinvolgeva alcuni cani che a turno venivano lasciati in una stanza ove erano presenti dei campioni di urina, cronometrando il tempo che impiegavano ad annusarli. Tutti i cani impiegavano tempi maggiori ad annusare i campioni di urina degli altri cani e questo confermerebbe la consapevolezza che i cani avrebbero di conoscere esattamente il loro odore.

fonti :
https://www.sciencedaily.com/releases/2017/09/170905111355.htm
https://robertocazzollagatti.com/2015/11/23/anche-i-cani-hanno-una-coscienza/

E se ancora qualcuno si chiede se i cani provano sentimenti e hanno amici..

Domenica 30 aprile primo trekking della stagione su un percorso semplice ma sempre gradevole accomoagnati da un fiume e da qualche cascata. Un gruppo di cani davvero eterogeneo per peso ( dai 6 ai 50 kg ) e per inclinazioni. Ogni cane a sé come individuo unico, ha vissuto questa esperienza in modo diverso. Si perché camminare insieme a un gruppo di cani in un ambiente naturale arricchisce e permette di portare il proprio contributo agli altri.

Cominciamo con gli amici napoleone e Margot inseparabili e giocosi o meglio lottatori di sumo, eh si sì perché non mancano di darsi spallate e sguardi complici.

Teo, grande coordinatore in un piccolo cane che nel percorso in 6zampe sta imparando a essere “meno latin lover pressante” e più corteggiatore ssensibile che all’inizio della passeggiata vede gli attraversamenti nel fiume come insormontabili ostacoli e ha poi capito che si, ce la poteva fare da solo ! E che l’acqua sarà anche bagnata ma non è poi una tragedia.

Charlie, diviso tra le coccole dei proprietari e la voglia di stare in acqua!

Rico nuovo arrivo in famiglia Kuorii, che in pochissimo tempo ha capito in che situazione nuovissima era stato portato e si è lanciato anche in corse folli e giochi sfrenati. La nostra Kuorii che con il suo passo lento ma 4×4 non molla mai nemmeno nelle salite più ardue per lei !

E infine Milla e Ariel, calme  esploratrici sempre con una delicata affiliazione tra di loro da vere amiche mature, poco fisiche per natura ma attente l’una all’altra.

Grazie a tutti e… ai prossimi trekking!

La pet therapy come ne abbiamo parlato alla conferenza del 15/04/16

In data 15 aprile 2016 preso la casa delle associazioni di Brescia si è svolta la conferenza gratuita sugli interventi assistiti dagli animali. In questa sede Margo Gritti, operatore certificato, ci ha illustrato la complessità dei progetti che precede le attività stesse e ci ha parlato dei progetti attivi sul territorio Bresciano, di seguito un piccolo articolo che riassume la serata.

Buona lettura!

La relazione con gli animali può dare beneficio agli umani sotto molteplici punti di vista, per alcuni per esempio può incrementare la dimensione esplorativa. Un esempio ?
Le persone fragili che soffrono la permanenza in strutture di cura e l’isolamento, può essere utile per fungere da stimolo verso l’esterno sia per quanto riguarda gli spazi che le persone…
Per altri l’animale può assumere il valore di base sicura e cioè una figura di riferimento capace di accogliere e proteggere. Tutto ciò ha inevitabili riflessi sul comportamento sociale dell’individuo, sulla capacità di rapportarsi con l’esterno e fare nuove esperienze. Insomma si crea una sorta di porto franco che offre la possibilità di uscire dal proprio guscio.

n un’epoca quindi in cui si cerca di intervenire in maniera organica su tutta la filiera del benessere della persona, ogni intervento preventivo e di natura sinergica ( come lo sono gli interventi assistiti dagli animali), va guardato soprattutto sotto l’ottica dell’efficienza. Prevenire i rischi, favorire i processi di benessere dei pazienti, rafforzare ogni punto della rete del welfare significa risparmiare risorse economiche. In questo quadro anche la Pet Therapy, assume particolare rilievo, ovviamente se realizzata all’interno di una visione coterapeutica e se organizzata secondo specifiche attività, utili a ottenere altrettanto specifici obiettivi.

L’olfatto del cane … non solo naso!

Il cane percepisce e fa esperienza del mondo che lo circonda principalmente attraverso il suo senso più sviluppato, che è l’olfatto, alla stregua di quello che noi umani facciamo con la vista.

naso cane

Pensiamo di arrivare in un nuovo ambiente, quello che probabilmente faremo noi, sarà dare un’occhiata generale per capire cosa ci circonda e poi piano piano studiare i dettagli. Quello che invece farà il nostro cane sarà mettere il naso a terra e iniziare a fare una mappatura minuziosa del territorio e di tutti gli oggetti ed è sicuramente un lavoro che gli richiede molto tempo !
Socializzare con l’ambiente non è però l’unica cosa che il cane sente il bisogno di fare attraverso il suo naso.
Pensiamo adesso di essere in passeggiata Fido si ferma per annusare una marcatura su un albero o su un muretto.
Facilmente sta utilizzando il suo paraolfatto per capire qualcosa di qualche cane che è passato di lì poco prima. Il sesso per esempio o lo stato di salute. Questo grazie al suo incredibile naso con 220 milioni di recettori olfattivi (contro i nostri 5 mila )e un cervello molto più specializzato del nostro nel processare e discriminare le informazioni che il suo potente strumento, il naso, è in grado di raccogliere. Oltre agli odori quindi è capace di percepire gli ormoni e le loro variazioni attraverso l’organo di jacobson.
Questa capacità sta suscitando grande interesse da parte dei ricercatori che grazie a cani minuziosamente addestrati, possono avvalersi degli stessi in ambito diagnostico, dello screening ontologico, per esempio (canine cancer detection )
È necessario specificare però che tanto è specializzato il naso in sé, in quanto strumento per far arrivare fisicamente molecole ai ricettori passando per l’epitelio, quanto nulla sarebbe se il cervello del cane non fosse altrettanto specializzato nella processazione di questi dati ( un’area deputata 40 volte più grande di quella presente nel cervello umano)

ricerca olfattiva
Ed é proprio per queste caratteristiche che tutti i cani amano utilizzare il loro naso e potranno mostrarvi che sanno seguire piste da voi tracciate, oppure cercare oggetti di vostra proprietà in una porzione di terreno anche molto ampia.
Sono sempre attivi i nostri corsi di ricerca olfattiva per divertirti insieme al tuo cane sfruttando la sua dote più grande l’olfatto sia a Brescia che a Capriolo !

 

Il Kong

Parliamo un po’ di questo gioco di gomma resistente, con una cavità interna, che ben si presta a essere riempito in diversi modi e  capace di dare quotidianamente dei momenti gratificanti al vostro cane.

Iniziamo con il dire che ne esistono di diversi formati in base alla dimensione della bocca del vostro beniamino e diversi colori che vi indicano quanto è dura la gomma.Per intenderci si va da quelli bianchi e azzurri/viola per i cuccioli o gli anziani fino a quelli neri, gli EXTREME per i veri sgranocchiatori.

Per quanto riguarda il ripieno potete veramente sbizzarrirvi, tenendo sempre presente però eventuali allergie o intolleranze del vostro cane.

La prima volta riempitelo con dei biscottini piccoli e gustosi che possano uscire facilmente al minimo tocco, e col passare del tempo potrete usare dei biscotti più grossi che richiedano più impegno per essere conquistati. Provate con dello yogurt sui bordi interni, che richiede dello sforzo in più, farlo rotolare come sempre non sarà più sufficiente per raggiungere il fatidico premio. Sarà ,per esempio , necessario ruotare la testa e provare con la lingua, piano piano potrebbe essere naturale tenerlo tra le zampe per leccarne più facilmente il contenuto.

Dico per esempio, perché il kong si potrebbe anche gustare in piedi con solo una zampa sopra il gioco e la testa piegata, quasi in equilibrio!

Ok, abbiamo scoperto che lo yogurt piace, ma finisce subito, proviamo con una sottiletta schiacciata sui bordi? Bè sicuramente questo è più impegnativo, e se mettessimo invece anche dei biscottini? Il nostro cane preferisce prima recuperare tutti i biscottini o non fa distinzione e mangia tutto voracemente?

Tutte queste sono scelte che a noi possono sembrare irrilevanti ma per il cane fanno una grande differenza. E con il tempo la faranno anche per noi perché impareremo a conoscere i gusti del nostro amico e se un giorno vorremo fargli un regalo, magari perché si è impegnato molto alla lezione di rally obedience, oppure ha affrontato con serenità e coraggio quel difficile ostacolo della mobility , invece dell’ennesimo peluche che magari non ama, potremo preparargli un kong con il suo ripieno preferito e gratificarlo in maniera significativa!

Se invece siamo in estate e fa molto caldo potremo tenerlo un po’ in freezer e diventerà come un ghiacciolo rinfrescante ma molto impegnativo!

Osservandolo, impareremo molto riguarda il gusto e l’olfatto del nostro amico peloso e scopriremo anche come il nostro cane affronta un oggetto nuovo, diversi sapori e nuovi odori!

 

Non ho voluto mettervi la solita foto di un cane che mangia un kong, ma della mia Lisie (foto d’archivio 😉 )intenta a modo suo a recuperare fino all’ultima lacrima di yogurt nel suo scatolino.

L’idea è la stessa: guadagnarsi del cibo impegnandosi a recuperarlo. Anni fa non disponevamo di kong; ma comunque, una volta finito il contenuto, il contenitore andava sempre a lei che aveva escogitato questa tecnica strana, infilando dentro tutto il muso per arrivare meglio sul fondo.

Questo per dirvi che potreste stupirvi e divertirvi con un semplice gioco di plastica e tanta fantasia!

Giulia